Il consolidarsi della bella stagione determina una modifica anche delle condizioni climatiche connesse alla costante presenza nel periodo estivo di prolungati giorni di caldo torrido. Tutto ciò impone un’attenta riflessione preliminare in relazione alla salute del lavoratore relativamente al rischio colpo di calore.
Infatti il lavoratore può essere vittima di un aggravio delle condizioni percepite in base alla tipologia di lavorazione svolta, contestualmente all’uso di macchine/attrezzature che possono esarcerbare tali condizioni.In aggiunta al fenomeno di esposizioni a temperature elevate dovute alle condizioni climatiche generali, si somma quello connesso alla localizzazione del punto di lavoro e, come accennato, all’esecuzione di lavorazioni che determinano un considerevole incremento della temperature per loro natura.Risulta così assai funzionale il documento “Lavoro d’estate in condizioni di temperatura elevata – IL RISCHIO COLPO DI CALORE” , predisposto dal Coordinamento Provinciale SPISAL di Padova, in cui si riportano:
- esempi di colpi di calore avvenuti;
- i soggetti maggiormente a rischio;
- la possibile prevenzione;
- i sintomi;
- il soccorso.
Al calore, comunque, si aggiunge un ulteriore rischio diretto, per quanto riguarda il lavoratore e la sua esposizione outdoor; infatti anche l’esposizione ai raggi UV risulta fisiologicamente perniciosa, in virtù anche del fatto che perché la stessa può essere elevata indipendentemente dalla temperatura.
Relativamente a tale argomento, sottolinea la Relazione conclusiva di Progetto, edita da Azienda USL 7 Siena Dipartimento di Prevenzione, inerente il Piano Mirato Regione Toscana Prevenzione Rischio UV per lavoratori Outdoor; la guida approfondisce la valutazione di questo specifico rischio, nonché le possibili operatività, con lo scopo di abbattere tale rischio e fornire la corretta formazione/informazione al lavoratore.