I giudici di legittimità, con la Sentenza 14362 del 27 maggio hanno decretato che, relativamente all’infortunio in itinere che ha provocato il decesso del lavoratore, sia inaccettabile la richiesta di risarcimento del lucro cessante da parte dei congiunti del de cuius.
La Suprema Corte ha stabilito, infatti, che la rendita vitalizia di cui beneficia il coniuge superstite, così come quella temporanea liquidata ai figli del lavoratore deceduto, rappresenta una sorta di anticipo del ristoro del danno da perdita degli apporti economici assicurati dal loro familiare.
Da ciò deriva che non possa esserci alcun diritto a reclamare le somme ulteriori.