Disponibile il nuovo factsheet INAIL dal titolo: “Esposizione a micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?” inerente il rischio biologico, focalizzato sul rischio di contrarre patologie a seguito di inalazione di spore fungine o particelle di polvere contaminate, un pericolo che, per determinate attività, può essere anche molto rilevante.
A tal proposito i lavoratori con un più alto rischio espositivo sono gli addetti alla raccolta di cereali, stoccaggio di materiale agricolo, carico e scarico, produzione e distribuzione di mangimi.
Il materiale INAIL vuole analizzare le problematiche connesse con l’esposizione per via inalatoria e l’impatto sulla salute occupazionale.
Per quanto riguarda le misure di prevenzione e controllo in base al Testo unico di salute e Sicurezza sul lavoro (D.Lgs. n.81/2008), il documento afferma che:
“La normativa nazionale di riferimento in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) impone l’eliminazione del rischio di esposizione ad agenti biologici o la sua riduzione al più basso livello possibile. Non essendo possibile eliminare totalmente la presenza di muffe è possibile contenerne la proliferazione, e di conseguenza la sintesi di micotossine, mettendo in atto idonee misure di prevenzione e controllo quali il mantenimento di condizioni microclimatiche ed ambientali idonee (bassi livelli di temperatura e umidità, pH acido, illuminazione, ventilazione, ecc.), sebbene le esigenze di tali microrganismi varino notevolmente da specie a specie. Di fondamentale importanza sono le attività di formazione e informazione volte ad aumentare la consapevolezza circa questa tipologia di rischio e l’attuazione di misure orientate a limitare la contaminazione dei prodotti agricoli (strategie e tecniche agronomiche), a risanare le granaglie dalle muffe (macchine vagliatrici), abbattere o diluire la dispersione di polveri (sistemi trattamento aria, ventilazione, aspirazione, ecc.), minimizzare l’inalazione di tali agenti di rischio mediante ruspe dotate di cabine aspirate. Fondamentale l’adozione di idonei DPI (particolarmente importanti quelli per le vie respiratorie) e la messa in atto di un adeguato programma di sorveglianza sanitaria che preveda, ad esempio, il dosaggio di specifici indicatori di effetto precoce nei fluidi biologici del personale potenzialmente esposto.”